LA FIGLIA DI LIBERTY
Idea: 5/5 Trama: 3/5 Stile: 3/5
Titolo Originale: LIBERTY'S DAUGHTER
Autore: Naomi Kritzer
Anno: 2012
Genere: FS Sociologica
Edizione: Antologia Il Futuro di Vetro e Altri Racconti
Commento:
Il racconto è ambientato in un futuro non troppo lontano nelle seastad, una serie di isolotti artificiali, costruiti, ormai molti anni prima rispetto alla vicenda narrata, con navi e materiale di vario genere, al largo della costa californiana. Le seastad furono fondate da un gruppo di novelli coloni in fuga dalle tasse e in generale dall'invadente governo americano.
Ancora nel presente narrativo le seastad sono ritratte come un paradiso dei libertari. Non esiste sostanzialmente alcuna forma di governo e i limiti all'iniziativa privata sono davvero pochi: in alcune isole è addirittura lecito il furto o l'omicidio e ogni cittadino si garantisce la sicurezza sottoscrivendo contratti con vere e proprie forze di polizia private.
Anche le condizioni di lavoro, specialmente per gli immigrati che sfuggono agli Stati Uniti o da altri paesi, rientrano in un'ottica di liberismo assoluto: i lavoratori più deboli sono vincolati ai propri datori di lavoro da debiti obbligazionari e possono essere venduti per essere occupati in altre mansioni in ogni momento.
La protagonista del racconto è Rebecca, figlia di un importante cittadino di Min, New Minerva, uno di questi seastad. Ha un lavoretto come cercatrice, che consiste nel ricercare per le isole qualche oggetto richiesto da uno degli abitanti, non di particolare valore magari ma difficile da reperire nell'arcipelago, isolato com'è dal resto del mondo. In uno di questi compiti Rebecca finisce per scoprire quello che può essere un losco giro di affari e sfruttamento più grande di lei ma soprattutto scopre una verità sconvolgente sulla sua famiglia...
L'ambientazione è sicuramente la parte più originale dell'intero racconto e nella descrizione della società delle seastad, con i suoi lati più oscuri, troviamo sicuramenti elementi rilevanti anche per l'attualità dei cambiamenti economici che il mondo reale sta vivendo. Non siamo però di fronte ad un'opera di denuncia sociale, il modello delle seastad viene introdotto gradualmente nel corso della narrazione per quello che è, in un'ottica totalmente neutrale e senza alcuna enfasi. Il ritmo narrativo è elevato, senza pause morte, e l'intreccio risulta abbastanza articolato e ben congegnato; il finale è un po' spiazzante, forse più inteso come preludio ad un proseguimento. Nel complesso sicuramente una lettura consigliatissima.