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OSPITE D'ONORE

Idea: 3/5 Trama: 2/5 Stile: 4/5

Titolo Originale: GUEST OF HONOR
Autore: Robert Reed
Anno: 1993
Genere: FS Sociologica
Edizione: Antologia Il Meglio della SF (vol.2); Antologia Millemondi Estate 1994

Commento:
In un lontano futuro gli uomini godono di una vita lunghissima, hanno ottenuto in pratica l'immortalità. Temendo di perdere questo dono, nessuno più partecipa quindi a nuovi viaggi o esplorazioni spaziali. Per rimediare, vengono creati in laboratorio le compilazioni, cloni che vivono esperienze avventurose ed eccitanti i cui ricordi vengono poi inseriti nelle menti degli "originali"...
Il racconto ha per protagonista una di queste creature il cui desiderio di vivere si scontra con l'egoismo e la fredda crudeltà di una vita opulenta e noiosa dei suoi progenitori. Opera commovente e ben scritta, nonostante una trama con qualche pausa morta di troppo.

Trama (attenzione spoiler!):
Durante l'Era della Fioritura, le grandi scoperte tecnologiche permisero, tramite la costruzione di navi all'avanguardia e il prolungamento della vita umana, i grandi viaggi spaziali di scoperta e di esplorazione. Dopo questa ondata essi erano però cessati per la mancanza di altri coraggiosi pronti a perdere la loro vita ora quasi immortale. Soltanto recentemente è stato trovato il rimedio: le compilazioni, cloni creati in laboratorio, che incoporano e mediano le caratteristiche di più persone, potenziati e perfettamente addestrati per le missioni spaziali. Al termine del viaggio, le compilazioni sono destinate ad essere smontate e i loro ricordi inseriti nelle menti dei loro creatori.
La protagonista del racconto è una di queste creature, Pico, tornata dal lungo viaggio a bordo della Kyber. Durante il viaggio Pico ha stretto una relazione con un'altra compilazione, Tyson, che asseriva di aver già vissuto (era stato creato forse con un frammento di un Tyson precedente). Tyson si è suicidato sul fondo dell'oceano di uno dei pianeti visitati, per la paura di essere nuovamente smembrato.
Pico partecipa ad alcuni riti che precedono il suo smembramento, ossessionata dal ricordo delle parole e del suicidio di Tyson, ma l'ultima notte prima di quella che sarà la sua morte, prova la fuga con l'apparente aiuto di uno dei suoi progenitori, anzi di quello che dice di essere un figlio di uno di loro, di nome Opera. Opera in realtà inganna Pico, illudendola di portarla verso la Kyber per fuggire con lei verso lo spazio quando, in realtà, stanno girando in tondo e finisce per riportarla al punto di partenza. Secondo la logica spietata di Opera l'illlusione della vita e la rabbia che ora Pico ha in corpo favoriranno il processo di integrazione. Pico progetta di avvelenare i propri ricordi e le proprie idee ma è troppo tardi e si ritrova sulla sedia operatoria, circondata dai robot che stanno per iniziare l'operazione...