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BURATTINAI NEL COSMO

Idea: 3/5 Trama: 4/5 Stile: 4/5

Titolo Originale: RINGWORLD
Autore: Larry Niven
Anno: 1970
Genere: Space Opera
Edizione: Dall’Oglio Editore – Andromeda n.1

 

Commento:
Bel romanzo di avventura con una trama divertente e appassionante, a tratti comica come alcune delle creature ritratte tra cui gli esilaranti burattinai di Pierson, gli esseri più paurosi della galassia. La presenza anche di alcune idee originali, come la struttura del Mondo ad Anello o la concezione genetica della fortuna, ne fanno sicuramente una lettura consigliata.

Trama (attenzione spoiler!):
I burattinai di Pierson stanno fuggendo con i propri pianeti dalla Galassia per sfuggire all’esplosione del suo nucleo. Durante il viaggio, hanno avvistato in un sistema solare sconosciuto uno strano artefatto: un enorme anello artificiale costruito attorno alla stella. Uno di loro viene così incaricato di formare una squadra di esplorazione: vengono reclutati due umani, Luis Wu, avventuriero di 200 anni, e Teela Brown, una ragazza scelta appositamente per la sua fortuna sfacciata e uno kzinti, Speaker-agli-animali, membro di una razza di feroci felini. Come ricompensa il burattinaio promette loro la navicella che useranno, la Liar: essa può viaggiare a velocità ultraluce mai raggiunte prima e consentirebbe anche ad umani e kzin di fuggire dalla Galassia. Arrivati sull’anello, dopo essere precipitati a causa di un incidente, scoprono che ormai la civiltà autoctona è decaduta e questa enorme spazio è abitato da esseri molto simili agli umani, ridotti allo stato barbaro. Riescono comunque a fuggire ma lasciano sul posto Teela Brown innamoratasi di un selvaggio locale: secondo Wu tutto questo viaggio è stato orchestrato dalla fortuna impressa nei suoi geni.

Citazione:
Rilevò l'assoluta somiglianza tra il Cairo, Monaco e Greenwich... e San Francisco e Topeka e Londra e Amsterdam. I negozi, lungo i marciapiedi mobili, smerciavano tutti i medesimi prodotti. I cittadini che quella sera gli passavano accanto erano identici uno all'altro e tutti vestiti allo stesso modo. Non si differenziavano gli americani dai tedeschi o dagli egiziani: erano una solo massa di gente piatta e uniforme.