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CAMPO ARCHIMEDE oppure TERRA ALL'INFINITO

Idea: 4/5 Trama: 2/5 Stile: 2/5

 

Titolo Originale: CAMP CONCENTRATION
Autore: Thomas M. Disch
Anno: 1968
Genere: FS Sociologica
Edizione: La Tribuna – Galassia n.160

 

 

Commento:
Il romanzo è ambientato negli Stati Uniti, durante una guerra di cui non viene fornito nessun dettaglio ma apprendiamo come il paese si stia macchiando di atti criminali come l'uso di armi batteriologiche su paesi neutrali.
Il protagonista, Louis Sacchetti, è un poeta, di orientamento politico comunista, condannato alla detenzione per renitenza alla leva. Dopo alcuni mesi in una prigione normale viene inviato in un istituto segreto, Campo Archimede. I prigionieri del campo sono stati infettati con un nuovo ceppo del batterio della sifilide che ha come effetto collaterale quello di aumentare esponenzialmente l'intelligenza dell'organismo ospite, destinato però, come contrappasso, a una rapida morte.
Il comandante del campo incarica Sacchetti di tenere un diario, annotando nella maniera più oggettiva possibile i fatti della sua vita quotidiana e in particolare gli incontri che tiene regolarmente con gli altri pigionieri. Il romanzo è costituito essenzialmente dalle pagine di questo diario, la narrazione è quindi in prima persona.
Se la prima parte del romanzo procede con una trama e una impostazione abbastanza lineari, nella seconda parte, l'autore abbandona il classico registro per dare sfogo a una serie di digressioni su temi morali, etici, politici che scaturiscono spesso da monologhi o da dialoghi del protagonista con gli altri geniali prigionieri. Il romanzo contiene numerosi riferimenti a opere terze, in particolare il Faust. Inspiegabilmente, il motivo appare poi chiaro nelle fasi conclusive dell'opera, l'alchimia sembra essere tra le discipline che più attirano l'operato e stimolano gli sforzi del genio dei prigionieri.
La mancanza di linearità nell'intreccio rende la lettura più difficoltosa, il lettore rischia spesso di perdersi nei meandri di paragrafi introspettivi o dal significato oscuro. L'assenza prolungata di azione rende l'atmosfera quasi onirica, rarefatta; i personaggi sembrano muoversi o interagire, in certi momenti, in scene da teatro dell'assurdo. Per questi motivi, non raccomandiamo particolarmente l'opera, nonostante che l'impostazione e le idee inserite siano assolutamente valide.