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LA CITTA' E LA CITTA'

Idea: 5/5 Trama: 3/5 Stile: 4/5

Titolo Originale: THE CITY & THE CITY
Autore: China Mieville
Anno: 2009
Genere: FS Sociologica
Edizione: Fanucci Editore – TIF Extra

 

 

Commento:
Il romanzo è ambientato in epoca contemporanea in un luogo imprecisato dell'Europa dell'Est, nelle immaginarie città stato indipendenti di Beszel e Ul Qoma. La prima ha le tinte tipiche della grigia cittadina ex sovietica. La seconda, invece, abitata da musulmani ed ebrei, è sospesa tra l'eredità islamica e la modernità rappresentata dai grattacieli e dalle automobili di ultimo modello, figli del benessere frutto dell'espansione finanziaria degli ultimi anni. Ma la peculiarità di queste due città sta nel fatto che esse sorgono in gran parte sul medesimo territorio, sono intersezionate: soprattutto nelle zone centrali strade, case, costruzioni di Beszel e Ul Qoma si alternano tra loro.
Gli abitanti sono tenuti fin da piccoli a disvedere, ovvero fingere di non vedere, persone e oggetti dell'altra città, persino se sono loro accanto, pena l'intervento di una misteriosa forza di polizia segreta, la Violazione, in possesso di un'autorità quasi assoluta allo scopo di mantenere intatto il tabù che permette alle due città di continuare a vivere distinte, separate tra loro. L'origine dell'incredibile situazione è persa nel tempo, all'epoca della cosiddetta Frattura, quando, a seconda delle differenti teorie, Beszel e Ul Qoma si sono separate a partire da una ipotetica città originaria oppure si sono fuse una nell'altra.
Il protagonista principale del romanzo è l'ispettore della polizia di Beszel Tyador Borlù. Responsabile dell'indagine sull'uccisione di una studentessa di archeologia americana, Borlù si ritroverà invischiato in un mistero ben più grande nel quale entreranno in gioco Orciny, la leggendaria terza città che vivrebbe negli spazi nascosti tra Beszel e Ul Qoma, e le diverse fazioni politiche che albergano nelle due città-stato, i nazionalisti di ambo le parti e i loro antagonisti, gli Unif, che combattono, invece, per riunirle.
L'opera si contraddistingue per l'ambientazione davvero creativa e originale, cosa ormai davvero rara. L'idea è sviluppata con un grande sforzo di coerenza; numerosi piccoli particolari e tasselli concorrono a rendere l'insieme indimenticabile per il lettore. Basti pensare alle comiche descrizioni del traffico in cui i guidatori di una città sono costretti a compiere strane e assurde traiettorie per disvedere le vetture dell'altra, o al "pedone di Schrodinger" che, come il più famoso felino, oscilla tra una città e l'altra senza assumere alcuna appartenenza definitiva, o ancora alla descrizione del passaggio di frontiera, l'unico posto in cui è concesso agli abitanti di vedere liberamente e la città straniera, dove decine e decine di persone passano ore in coda per poter accedere nell'altra nazione che è poi dall'altro lato della strada di provenienza...
Purtroppo la trama non è proprio all'altezza dell'idea dell'opera. Il tono e il linguaggio poliziesco della vicenda risultano un po' forzati: il pathos, il ritmo narrativo elevato che deve cotraddistinguere quel genere di narrativa non si abbinano bene con le necessarie digressioni riguardo gli usi, i costumi, la topografia contorta delle due città gemelle, passaggi in cui l'autore, invece, eccelle. Il mistery poliziesco viene risolto in maniera un po' affrettata nelle fasi finali dell'opera, con passaggi non sempre del tutto motivati e razionali (Borlù sembra essere in possesso di un intuito sovrannaturale...). Detto questo, il romanzo merita sicuramente di essere letto: Beszel e Ul Qoma rimarranno per sempre scolpiti nell'immaginazione di ogni lettore.

Trama (attenzione spoiler!):
L'ispettore Borlù di Beszel si trova ad indagare sulla morte misteriosa di una ragazza, il cui cadavere viene trovato accidentalmente per strada. La ragazza si rivela essere Mahalia Geary, una giovane archeologa nord americana che lavorava negli scavi situati in Ul Qoma. Visto che il corpo è stato trovato nella città gemella, Borlù chiede l'intervento della Violazione, dato che o la ragazza o il suo assassino devono aver violato perchè il cadavere venisse poi ritrovato in Beszel, all'apposito comitato costituito da autorità proveniente da entrambe le città.
La richiesta viene però respinta. La donna è stata portata infatti del tutto legalmente in Beszel: i responsabili hanno utilizzato un furgone di un commerciante in possesso di uno dei permessi speciali che consentono il libero transito attraverso la frontiera con Ul Qoma. Per proseguire le indagini Borlù viene inviato nella città gemella dove assiste il suo omologo, Qussim Dhatt. Mahalia era nota nell'ambiente per le sue idee giovanili circa l'esistenza della fantomatica Orciny, che a suo tempo scatenarono antipatie e reazioni tra le fila di differenti movimenti politici in ambedue le città.
Borlù riesce a rintracciare un'amica di Mahalia, scomparsa da pochi giorni. Questa, terrorizzata, è convinta che gli agenti di Orciny siano i responsabili dell'omicidio della sua amica e che vogliano uccidere anch'ella. In realtà Orciny si rivela essere una messa in scena alimentata da società straniere interessate al contrabbando dei misteriosi manufatti, risalenti al periodo anteriore alla Frattura, ritrovati in Ul Qoma. Mahalia finì con l'essere uccisa proprio per aver scoperto di essere stata raggirata. Nel corso delle indagini Borlù è sorpreso a violare e si ritrova costretto, infine, a diventare un agente, un avatar, della Violazione, abbandonando l'intera vita precedente.

Citazione:

[1] [...] La fondazione della città avvenne contemporaneamente a quella di un'altra, naturalmente. [...] Forse è Beszel che abbiamo costruito, forse no, allora, mentre forse altri hanno costruito Ul Qoma sulle stesse ossa. Magari c'era qualcosa, allora, che in seguito si separò sulle rovine, o magari la nostra ancestrale Beszel non aveva ancora incontrato e non si era altezzosamente intrecciata con il suo vicino. Non sono uno studioso della Frattura, ma anche se lo fossi lo ignorerei ugualmente.

[2] Per tutta la lunghezza di BudapestStrasz chiazze di buddleia invernali schiumavano dai vecchi edifici. A Beszel è una pianta diffusa in città, ma non lo è a Ul Qoma, dove invece la tagliano perchè è invasiva, e dal momento che BudapestStrasz è la parte di Beszel in una zona intersezionata, gli arbusti, privi di fiori in quel periodo, adornavano arruffati uno o due o tre edifici locali, per poi terminare con un taglio netto verticale al margine di Beszel.