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I FIGLI DI SATURNO

Idea: 4/5 Trama: 2/5 Stile: 3/5

 

Titolo Originale: SATURN'S CHILDREN
Autore: Charles Stross
Anno: 2008
Genere: FS PostUmana
Edizione: Mondadori – Urania n.1680

 

 

Commento:
Il romanzo è ambientato nel XXIII secolo. L'umanità è estinta, rimpiazzata dai robot. Alcuni di essi hanno ancora vestigia umanoidi, altri hanno invece corpi perfettamente adattati ai requisiti funzionali per cui erano stati disegnati; quello che tutti i robot hanno in comune è un codice comportamentale che richiama le leggi della robotica di Asimoviana memoria. Gli umani sono estinti ma l'impronta dei "Creatori" è ancora fortemente impressa nella società robotica che, ironicamente, si è evoluta riprendendo ed esacerbando i lati peggiori di quella umana. Un gruppo ristretto di robot, i cosiddetti aristo, hanno ottenuto la proprietà o il controllo delle corporation create dall'uomo e con questo il possesso della maggior parte dei loro simili, ridotti allo stato di servaggio e costretti all'obbedienza tramite degli appositi chip di asservimento.
Pochi sono i robot che combattono per mantenersi liberi. Tra essi vi è la protagonista, Freya, un modello di robot dalle sembianze femminili creato per il piacere sessuale. Freya non è unica ma è solo uno dei molti esemplari creati, "clonati" diremmo se parlassimo di esseri umani, dal prototipo madre, la cosiddetta matriarca (che si scoprirà alla fine essere ancora in vita). Freya e le sue "sorelle" si mantengono costantemente in contatto per assicurarsi reciproco aiuto e consiglio, seppur ciascuna di esse abbia maturato con le proprie singole esperienze un carattere e dei tratti comporamentali distintivi. Le memorie di ogni robot vengono registrate nel proprio chip dell'anima che può essere condiviso per mettere in comune conoscenze, esperienze, ricordi: Freya custodisce gelosamente i chip di diverse sue "sorelle" morte.
Per sfuggire alla vendetta di una aristo, Freya è obbligata ad accettare un lavoro da corriere che la trascinerà all'interno di faide e lotte per il potere che attraversano l'intero sistema solare. L'intera trama è incentrata sulla possibilità della creazione in vitro di un Creatore, un essere umano, che renderebbe il gruppo di robot che lo controlla sostanzialmente onnipotente dato che ogni altro robot sarebbe intimamente condizionato ad obbedirgli. Esperimenti sulla poltiglia rosa, così è soprannominata la materia organica animale, sembrano essere formalmente vietati e una forza di polizia è finanche incaricata di contrastarli ma nei pianetoidi della fascia di Kuiper esperimenti illegali sono all'ordine del giorno.
La trama ha la velocità e il ritmo di una spy story, con continui cambi di prospettiva e colpi di scena. La complessità della vicenda è aumentata dal fatto di avere più robot appartenenti allo stesso progenitore (come nel caso della stessa Freya): ciascun "individuo" agisce in maniera più o meno autonoma ma spesso non è davvero chiaro agli altri personaggi ma neanche al lettore quale esponente della "famiglia" si abbia davvero di fronte, il che alla lunga risulta frustrante. Nel corso della vicenda, Freya apprenderà numerose verità nascoste riguardo alla sua esistenza e alla natura stessa della serie di robot cui appartiene; se fosse un personaggio umano parleremmo forse di un percorso di "ricerca interiore".
A lato di qualche problematicità a livello di intreccio, l'autore costruisce un modello interessante di società robotica priva dell'elemento umano. Ben riuscite sono le ambientazioni dei viaggi spaziali come delle diverse località toccate nel sistema solare, dai pianeti interni fino ai planetoidi all'estremo limite esterno. Il tutto è condito da elementi quasi comici dovuti alla natura funzionale del modello Freya e all'interazione sessuale tra robot, che si prestano come un perfetto diversivo riuscendo a strappare al lettore qualche sorriso divertito.
In conclusione, una buona lettura, che ovviamente consigliamo agli appassionati di fantascienza robotica, ma non solo.