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IL GRANDE FIUME DEL CIELO

Idea: 4/5 Trama: 4/5 Stile: 4/5

Titolo Originale: GREAT SKY RIVER
Autore: Gregory Benford
Anno: 1987
Genere: FS PostUmana
Edizione: Mondadori – Urania Argento n.9

 

Commento:
La protagonista del romanzo è un’umanità sconfitta dalla civiltà cyborg dei Mech, i cui superstiti sono costretti ad una fuga perpetua e ad una vita da parassiti tra fabbriche e avamposti delle macchine. Grazie all’intervento di una misteriosa creatura dello spazio e agli interessi “artistici” di un mech, un gruppo di umani riuscirà a scappare dal pianeta con un’astronave nascosta molto tempo addietro. Bel romanzo, dotato di un intreccio avvincente, che affronta il tema del rapporto, in chiave conflittuale, tra uomo e macchina, tra vita animale e artificiale. Il protagonista che guiderà il gruppo umano nello spazio è il portavoce del messaggio principale dell’opera: sono il senso della dignità umana e l’orgoglio che fanno dell’uomo, pur soccombente nei confronti di una tecnologia superiore, ciò che è. Lettura consigliata.

Trama (attenzione spoiler!):
Killeen e figlio Toby fanno parte della famiglia Bishop. Da sei anni, dalla caduta delle cittadelle umane in seguito all’attacco dei mech, fuggono dagli attacchi dei predatori mech trovando rifugio sporadico e rifornimenti in alcuni piccoli stabilimenti Mech o pochi vecchi rifugi umani che punteggiano l’intera superficie del pianeta Snowglade. Ogni famiglia è guidata da un capitano e ogni membro usa in maniera istintiva una tecnologia che ormai non è più in grado di comprendere. I sensi di ogni uomo sono amplificati attraverso innesti neurali che comprendono anche una collezione di “aspetti” e di “volti”, ciò che rimane delle personalità di uomini deceduti anche molti decenni prima. Soltanto chi muore di “mortesicura”, la terribile sorte in cui cadono le vittime degli attacchi mech che estraggono dal cervello umano tutti i ricordi e le emozioni, non può venire conservato, con tutte le sue conoscenze, per aiutare le generazioni future.
Fanny, il capitano dei Bishop, cui Killeen era molto legato, cade vittima di un attacco portato da un misterioso nuovo tipo di predatore che sarà poi noto col nome di Mantide. I Bishop, insieme ad un’altra famiglia incontrata durante la marcia, si dirigono verso uno Splash, una zona umida dove è ancora presente un po’ di vegetazione, ancora non completamente corrotta dai cambiamenti ambientali mech. Qui vive la famiglia King che ha costruito Metropolis, una “cittadella” di fango che sognano possa essere l’inizio di una nuova civiltà umana sul pianeta. In realtà i King sono riusciti a stabilire un insediamento soltanto grazie all’aiuto di un mech rinnegato che, in cambio di materiali che gli umani rubano da fabbriche e depositi mech, dove il rinnegato non può entrare perché sarebbe riconosciuto, ha distolto l’attenzione dei mech dalla cittadella.
Killeen è invitato a partecipare ad una di queste missioni per le conoscenze di linguaggio mech possedute da uno dei suoi aspetti, indispensabili per comunicare con il rinnegato dopo che il vecchio traduttore è impazzito. Killeen decide di accettare l’invito e porta in missione anche suo figlio Toby nella speranza che il rinnegato possa guarire le gambe di suo figlio e il suo braccio, rimasti paralizzati dopo un attacco della Mantide. Durante la missione Killeen e i suoi compagni apprendono che il rinnegato è sempre stato in realtà controllato dalla Mantide che, per la curiosità e l’interesse “artistico” che nutre verso l’umanità, ha deciso di preservare gli ultimi uomini nonostante il parere contrario degli alti vertici mech. La Mantide utilizza i ricordi delle vittime “mortesicure” per creare perverse “creazioni artistiche” come ha fatto con Fanny, creando un orribile mostro fondendo il corpo della donna con quello di una rosa, e chiedendo a Killeen di accoppiarsi con lei. Egli si rifiuta ma al suo posto si propone il capo dei King, disposto a tutto pur di assicurarsi la sopravvivenza di Metropolis.
Killeen, disgustato, uccide lui e la cosa-Fanny nonostante le sottili minacce della Mantide. Il gruppo umano poi, sempre scortato dal mech che decide di non vendicarsi in alcun modo, torna a Metropolis insieme ad una macchina trovata per caso durante la missione, un mech-umano creato dagli umani prima della guerra con i mech e rimasto loro fedele. Il mech-umano conserva nei propri circuiti di memoria la posizione di una astronave appositamente nascosta per permettere una eventuale fuga dal pianeta a superstiti umani. Questa conoscenza viene sbloccata grazie ad una parola chiave, “Argo”, che viene fornita a Killeen da un misterioso essere magnetico che vive in uno dei due soli attorno al quale orbita Snowglade. Nonostante i timori mech per un ricongiungimento umano con altri esseri organici presenti nel centro della Galassia, la Mantide permette ed anzi aiuta la fuga di un gruppo di umani capitanati dallo stesso Killeen per preservare quell’identità umana che teme possa essere perduta da color che hanno deciso di rimanere a Metropolis. Ma durante la manovra di decollo la donna che pilota l’astronave, con cui Killeen ha stretto una relazione amorosa, utilizza il getto dei motori per distruggere, non si sa se definitivamente o almeno in parte, la Mantide stessa come vendetta per gli orribili usi che il mech ha fatto degli umani “mortisicuri”.