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GUTH BANDAR: ESPLORATORE DELLA NOOSFERA

Idea: 4/5 Trama: 3/5 Stile: 3/5

Titolo Originale: THE COMMONS
Autore: Matthew Hughes
Anno: 2007
Genere: FS Metafisica / Speculativa
Edizione: DelosBooks – Odissea n.36

 

Commento:
Il presupposto del romanzo è che l’idea junghiana di inconscio collettivo razziale rappresenti una realtà concreta, tangibile. Il protagonista, Guth Bandar, è un noonauta, ovvero un esploratore del Commons, la Noosfera, il mondo dell’inconscio collettivo dove si trovano gli archetipi del comportamento umano (l’Eroe, il Saggio, la Megera etc…) e una miriade di Situazioni ed Eventi che si sono ripetuti nel corso della storia. Ogni razza cosciente ha la propria Noosfera, separate una dall’altra da giganteschi, ma non invalicabili…, muri o barriere e dall’Oceano in cui nuota senza sosta il grande serpente cieco della pre-coscienza. Attraverso gli episodi da cui il romanzo è composto seguiamo le vicissitudini di Bandar, dai primi esordi di Noonauta fino all’avventura finale in cui l’inconscio rivela la propria presa di coscienza nel tentativo di salvare l’umanità da una insospettabile minaccia esterna. Opera sicuramente innovativa e ricca di spunti interessanti, gli intrecci non sono particolarmente curati ma nell’insieme una lettura sicuramente piacevole con l’unica pecca di alcune ripetizioni dovute alla struttura originariamente indipendente dei singoli episodi.

Trama (attenzione spoiler!):
Il romanzo è costituito da episodi sostanzialmente indipendenti tra di loro, disposti in ordine cronologico. Nel primo Guth Bandar, ancora studente, è in missione assieme ad un suo professore dell’Istituto di Ricerca Storica sul pianeta Gamza per studiare lo strano comportamento degli alieni autoctoni Bololo che, se stimolati, inscenano alla perfezione leggende e racconti umani. Qui Bandar scopre per la prima volta la possibilità di comunicazione tra una Noosfera e l’altra: gli Archetipi umani penetrano nella Noosfera dei Bololo impossessandosi della psiche degli individui, che agiscono quindi da perfetti attori. Nel secondo Guth è in lotta con un suo acerrimo nemico per una borsa di studio che sarà data al primo che completa un certo percorso all’interno della Noosfera. Impossibilitato per una mossa scorretta del suo avversario, Guth si ritrova costretto a seguire una strada alternativa che lo porta ad affrontare prima tre donne dell’età della pietra desiderose della sua virilità e poi all’interno di uno scontro tra forze divine e malvagie da cui riesce a sfuggire raccontando a Satana l’intera verità ma permettendogli, con i suoi poteri di noonauta, di arrivare di soppiatto nella dimora di Dio cogliendolo incredibilmente di sorpresa. Nel terzo episodio, Bandar, mentre è alla ricerca della melodia delle melodie, l’archetipo stesso della musica, vive una serie di vicissitudini che lo insospettiscono per la prima volta sulla possibile presa di coscienza dell’inconscio stesso. Dapprima viene trasformato da una specie di Circe in un maiale, si ritrova poi in una versione della favola dei tre porcellini e del lupo che però fa collassare su se stessa sconvolgendone il finale (la sua fuga dalla casa di legno scavando un passaggio sottoterra permette infatti al lupo di fare poi la stessa cosa e di entrare nella casa di mattoni e divorare i tre porcellini al contrario del finale normale). Nel quarto episodio, dopo essere stato espulso dall’Istituto per la sua tesi sulla presa di coscienza del Commons, Bandar viene a contatto con il Multifacce, l’inconscio collettivo, che lo catapulta in uno scenario di ribellione, ambientato in un mondo antico e schiavista, nelle vesti di Aiutante dell’Eroe principale della situazione. Nel quinto episodio Bandar è ancora costretto nelle vesti di Aiutante, questa volta in uno scenario western dove l’Eroe racchiude la personalità di suo zio, con cui è andato ad abitare dopo l’uscita dall’Istituto. Nel sesto episodio Bandar recita davvero le vesti di Aiutante, il ruolo per cui l’Inconscio ha voluto prepararlo fino ad ora. La Terra rischia di venire invasa ancora una volta dai terribili alieni Dree il cui inconscio si è risvegliato migliaia di anni dopo che erano stati sconfitti, e si pensava distrutti. Questa mente alveare aliena è talmente potente da essere in grado di alterare il plasma genetico degli esseri viventi e in questo modo trasformare direttamente in individui Dree esseri di altre specie senzienti. Bandar assiste Harkless, un ragazzo conosciuto da poco dotato di incredibili capacità di noonauta che poi scopre essere dovuti al fatto che il ragazzo è praticamente un semplice archetipo, quello dell’Eroe, inviato, non si sa come, nel mondo reale. Harkless si sacrifica all’interno della Noosfera per uccidere l’archetipo Dree, che viene divorato dal Serpente cieco della pre-coscienza. All’ultimo istante, Bandar riesce a salvare anche Harkless; insieme fonderanno un nuovo Istituto per l’esplorazione della Noosfera che di avvarrà delle loro incredibili scoperte.

Citazione:
[…] la vasta noosfera che si trova all’interno di tutta l’umanità, il luogo dove risiedono gli archetipi eterni della nostra specie: lo Sciocco e l’Eroe, la Madre e il Padre, il Saggio e la Bestia servizievole, Colui che dà e Colui che divora, e molti altri. Inoltre, là vi erano tutti gli Eventi, le Situazioni e i Paesaggi basilari della storia umana: dalla Scoperta di un Nuovo Mondo all’Invasione dei Barbari; dal Primo Bacio dell’Età dell’Innocenza fino al Disprezzo dell’Innamorata; dalla Foresta delle Belve alla Città delle Macchine. Nella noosfera c’era il distillato dell’intera esperienza umana, tutto quanto fosse mai stato importante per l’umanità, sia a livello individuale  che globale, fin dall’alba dei tempi. Era la memoria sedimentata della specie, il regno degli archetipi. Alcune memorie avevano una basta portata, come battaglie e disastri; altre erano elementi piccoli ma vitali di una vita completa 
[…] Il Commons, allora era il più straordinario e, a un tempo terribile, di tutti i posti. Là era cristallizzato ogni orrore, ogni gioia, in un regno senza tempo ma non senza confini; infatti, i primi esplorati avevano scoperto una barriera (che solitamente si presentava come una catena montuosa infinita, o una muraglia composta da blocchi di pietra bianca strettamente ravvicinati, di cui non si scorgeva la cima) tra la noosfera umana e l’inconscio collettivo di qualsiasi altra specie intelligente. Tale muraglia non si poteva ascendere e neppure infrangere. Non ci si poteva scavare un passaggio da sotto, perché sotto “suolo” non c’era nulla, se non il mare grigio e informe dell’insipienza attraverso il quale si muoveva il grande Serpente cieco della pre-coscienza, perennemente impegnato nel tentativo di divorarsi la coda… o, come aveva scoperto suo malgrado uno dei pionieri fra i noonauti, qualsiasi altra cosa subentrasse nella luce perlacea delle sue “acque”.