INCONTRO CON RAMA
Idea: 4/5 Trama: 2/5 Stile: 3/5
Titolo Originale: RENDEZVOUS WITH RAMA
Autore: Arthur C. Clarke
Anno: 1972
Genere: Hard SF
Edizione: Mondadori – Urania Collezione n.112
Commento:
XXII secolo: l'umanità si è sparsa nell'intero sistema solare, colonizzando la Luna, Marte, Mercurio, alcuni asteroidi e alcune lune di Giove e Saturno. La Terra costituisce finalmente un'unica entità politica e i Pianeti Uniti sono la nuova versione dell'Onu... La Guardia Spaziale è il complesso sistema di rilevamento costruito per scovare prima possibile asteroidi potenzialmente pericolosi dopo che un disastroso impatto ha devastato la Pianura Padana nel secolo precedente.
Nel 2130 viene avvistato un nuovo asteroide dalla grandezza inusitata che, ad un'analisi più approfondita, si rivela essere in realtà un oggetto artificiale al quale viene attribuito il nome di Rama, dalla mitologia induista. C'è poco tempo per studiare il primo oggetto alieno con cui l'umanità viene a contatto e l'unica astronave in grado di raggiungere tempestivamente Rama è la Endeavour.
Il romanzo narra l'esplorazione di Rama, che si rivela essere un mondo artificiale in miniatura, da parte dell'equipaggio dell'Endeavour. L'autore descrive, con maniacale attenzione ai dettagli e assoluto rigore scientifico, il microcosmo di Rama e tutte le scoperte che gli umani a bordo riescono a svelare. Il ritmo narrativo è piuttosto lento, a tratti quasi didascalico nella volontà documentarista dello scritto. La trama soffre quindi di alcune pause seppur senza mai cadere, però, nella ripetitività o nella banalità: l'autore da questo punto di vista è abile nel mantenere intatto il senso dell'avventura, della scoperta, della pura ricerca scientifica di chi si avventura per la prima volta in un mondo alieno.
Per contro, i personaggi sono praticamente svuotati di emozioni o sentimenti; appaiono quasi esclusivamente interessati al compimento della missione, senza alcuna nota di personalità propria. Soltanto al capitano dell'Endeavour viene concessa qualche pausa, giusto il tempo per poter scrivere a casa (anzi alle due case visto che è bigamo, cosa perfettamente legale in questo futuro immaginario). Lo stile narrativo riflette quest'impostazione con un linguaggio lucido, preciso, scientifico, talvolta sfociando in una sorta di asetticità d'espressione, sensazione rafforzata dal costante utilizzo del narratore onnisciente in terza persona.
L'opera segna un ritorno all'originale tuffo nella scoperta, nell'indagine scientifica che ha dato la vita all'intero genere fantascientifico ed è per questo motivo una lettura consigliata a tutti, in particolare a gli appassionati di Fantascienza Hard nel senso più genuino del termine.
Trama (attenzione spoiler!):
Nel 2130 gli astronomi individuano un asteroide proveniente dallo spazio profondo, dotato sia di una eccezionale velocità di rotazione che di massa superiore alla media. L'oggetto viene ribattezzato Rama e una sonda viene inviata per scattare fotografie ravvicinate. Risulta che Rama ha forma perfettamente cilindrica (lungo 54 km e con un diametro di 20): è quindi un oggetto artificiale, il primo manufatto alieno con cui l'uomo viene a contatto.
A studiare Rama è inviata l'astronave Endeavour, essendo l'unica sufficientemente vicina per arrivare in tempo a destinazione e condurre un'esplorazione prima che Rama fuoriesca dal sistema solare. L'equipaggio dell'Endeavour è capitanato dal comandante Norton, un 55enne sposato con due mogli. Atterrati su Rama, l'equipaggio entra all'interno dell'enorme cilindro attraverso una serie di compartimenti stagni. Penetrando da quello che sarà rinominato Polo Nord e scendendo grazie a tre enormi gradinate disposte a 120 gradi a partire dal vertice del Polo, gli esploratori raggiungono infine la superficie laterale interna di questo mondo cilindrico che, grazie alla forza centrifuga dovuta alla rotazione, fornisce anche l'illusione della gravità al suolo.
Lungo la superficie gli umani trovano diversi oggetti di cui non riescono a individuare nè la finalità nè il funzionamento; sono presenti anche misteriosi blocchi di differenti costruzioni a cui viene dato il nome di famose città della Terra (Londra, Roma, Parigi...). Tre enormi sentieri proseguono lungo la direzione individuata dalle tre gradinate: si riveleranno poi essere enormi fasci di luce in grado di illuminare, come soli, l'intero mondo interno di Rama. Una coltre di ghiaccio, il Mare Cilindrico, divide in due l'intero complesso.
Mano a mano che Rama si avvicina al Sole, il calore penetra attraverso lo scafo sciogliendo il ghiaccio. Grazie ad una rudimentale imbarcazione, un gruppo di esploratori può così attraversare il Mare Cilindrico e dirigersi verso il Polo Sud di Rama. Nel mezzo del mare viene scoperta un'isola e un'altra misteriosa città cui viene dato il nome di New York. Risulta però impossibile proseguire, l'altra sponda del mare si affaccia infatti su una gigantesca scarpata, troppo alta per essere scalata.
jimmy Pak ha portato però, di nascosto, a bordo dell'Endeavour una specie di macchina volante con la quale gareggia in alcune gare sportive. Con essa, egli riesce a superare il Mare Cilindrico e la grande scarpata, raggiungendo così per la prima volta il lato Sud di Rama. Dopo aver inviato le prime testimonianze, Pak viene scaraventato a terra dalle scariche elettriche provenienti dalle misteriose protuberanze che si trovano nel Polo Sud. Rinvenuto, Pak incontra quello che sembra essere il primo alieno di Rama, una specie di enorme granchio che sembra però disinteressarsi del tutto all'umano, pensando solo a raccogliere i resti del suo macchinario volante.
Una spedizione di soccorso recupera Pak sulla riva del Mare Cilindrico, dopo averlo convinto a buttarsi dall'orlo della scarpata (Pak riesce a sopravvivere perchè la forza di gravità, dovuta alla forza centrifuga, diminuisce con l'altezza e quindi la caduta non è tale da far avvenire il contato col mare a velocità pericolose). Durante il viaggio di ritorno attraverso il Mare Cilindrico, la spedizione incontra altri esemplari della fauna di Rama, tutti indaffarati in compiti poco comprensibili e indifferenti all'uomo. Nei giorni seguenti numerosi altri tipi di Ramani vengono avvistati. Dai test condotti sul primo esemplare raccolto, la biologa della spedizione, Laura Ernst, suggerisce l'ipotesi che si trattino di specie di ibridi tra creatura biologica e robot; per questo motivo vengono indicati da quel momento col nome di biot. Secondo tale congettura i biot sarebbero dotati di un certo grado di intelligenza e svolgerebbero il ruolo di manutentori di Rama in assenza, o in attesa del risveglio, dei suoi veri costruttori.
Dopo qualche giorno, i biot si autodistruggono, e i loro resti vengono assorbiti nuovamente dal Mare Cilindrico. Un'ultima spedizione decide di investigare all'interno delle costruzioni della città di Londra dove vengono ritrovati miglia e migliaia di specie di ologrammi di oggetti di vario tipo, che si pensa fungano da modelli di costruzione per le fabbriche. Dopo che l'Endeavour abbandona Rama, l'astronave aliena penetra all'interno della corona solare, attingendo l'energia necessaria per la prosecuzione del suo viaggio in direzione della Grande Nube di Magellano.