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NON MORDERE IL SOLE

Idea: 2/5 Trama: 1/5 Stile: 2/5

Titolo Originale: DON’T BITE THE SUN
Autore: Tanith Lee
Anno: 1976
Genere: FS PostUmana
Edizione: Libra – Saturno n.4

 

 

Commento:
L’ambientazione dell’opera è un’ipotetica “utopia”: uomini che vivono nel lusso e nell’abbondanza in una civiltà completamente automatizzata e con la possibilità di reincarnarsi nei corpi che più ritengono adatti al loro umore. L’intreccio è costruito attorno alla vicenda un po’ scontata di una donna che perde motivazioni e voglia di vivere in questo mondo. L’idea di base di per sé non è male ma l’autrice non fornisce alcuna spiegazione o racconto del perché o del come la società si sia evoluta in tale direzione e la trama, come detto, è piatta. Insomma, c’è sicuramente di meglio…

Trama (attenzione spoiler!):
Il mondo ritratto in questo romanzo sembra, a prima occhiata, essere un Paradiso. Tutti gli abitanti trascorrono il loro tempo in ozio o godendo dei più strampalati divertimenti; la morte non esiste: appena un corpo muore, la persona viene “resuscitata” e può anzi progettarsi un nuovo corpo di sua completa invenzione, naturalmente potendo cambiare ogni volta sesso. Tutta la gestione, tutta le preoccupazioni sono in mano ai robot che curano ogni aspetto della vita sociale e di ogni singolo individuo. 
Essendo possibile resuscitare tante volte quante si vuole, la personalità, la psiche ed i valori dei personaggi si disintegrano completamente: sapendo che è sempre possibile resuscitare, gli esseri umani si perdono in un’isteria mondana alla ricerca di morti sempre diverse e sempre più emozionanti, da cui sempre si ritorna per ricominciare.
La protagonista del romanzo diventa a poco a poco sempre più insofferente a questo modo di vita e cade più volte nella frustrazione e in una immotivata ma proprio per questo ancora più terribile tristezza e noia di vivere. Solo il contatto col mondo esterno “vero” sembra risvegliarla e donarle, di nuovo, la gioia di vivere.