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OSSA DELLA TERRA

Idea: 2/5 Trama: 2/5 Stile: 4/5

 

Titolo Originale: BONES OF THE EARTH
Autore: Michael Swanwick
Anno: 2002
Genere: Viaggi nel Tempo / Realtà Parallele
Edizione: Mondadori – Urania n. 1605

 

 

Commento:
Quello che colpisce dell'opera di Swanwick sono la precisione e l'accuratezza con cui questi descrive al lettore i dettagli dei fenomeni scientifici e del mondo della natura che fanno da sfondo alle avventure narrate nel romanzo. Se è chiaramente inevitabile il facile accostamento a Jurassic Park di Michael Crichton, vale tuttavia la pena sottolineare come la trama di Ossa della Terra sia molto più complessa e alla fine caratterizzata da finalità di tipo scientifico che rendono in l'opera meno avventurosa e in qualche modo meno commerciale.
Anche in questo caso le tematiche affrontate si intrecciano con le ultime frontiere della genetica e con l'evoluzione della vita sulla Terra, ma i protagonisti del romanzo viaggiano attraverso il tempo e sono allo stesso tempo studiosi e cavie, oggetti di studio da parte degli Uomini Uccello, ma pure strumenti nelle mani del Vecchio, una specie di grande manipolatore che tesse le fila dei processi evolutivi oltre che scienziato e studioso egli stesso.
In questa vastisissima e complessa ambientazione hanno luogo le vicende dei protagonisti che, alla fine, si rivelano essere tutti delle pedine facenti parte di un piano molto più ampio e che esula dalla semplice ricerca scientifica. Un piano la cui direzione e il senso sfuggono anche a chi potrebbe inizialmente apparire il burattinaio, cioè il grigio funzionario amministrativo H. Jamison Griffin, ma pure a chi, in quello che potremmo definire un vero e proprio bailamme di personaggi e di incroci spazio-temporali, sarebbe poi il vero personaggio protagonista del romanzo, lo scienziato Richard Leyster.

Trama (attenzione spoiler!):
E' difficile tracciare con esattezza la trama di quest'opera, perché questa si districa e si snoda attraverso un arco temporale di milioni di anni, praticamente dalla nascita della Terra al tempo futuro, abitato da quelli che nel romanzo vengono chiamati Gli Immutabili. Diciamo, allora, che la storia idealmente comincia a Washington D.C., Era Cenozoica, Periodo Quaternario, Epoca Olocenica, Età Moderna.
Siamo nell'anno 2010 d.c. e l'oscuro funzionario amministrativo Griffin consegna in un refrigeratore portatile allo scienziato Richard Leyster la testa di uno Stegosaurus. Non parliamo di un fossile, ovviamente, ma di una vera e propria testa lunga circa quarantacinque centimetri, alta quindici e larga altrettanto. Leyster può sentirne l'elasticità dei muscoli e la durezza delle ossa in quello che è, alla fine, un vero e proprio contatto reale con questo animale estinto milioni di anni prima, una esperienza sensoriale piena, completa.
E' così che Leyster si ritrova a far parte anche lui dell'organizzazione di Griffin e viaggiare nel tempo allo scopo di ricercare e raccogliere dati di importanza scientifica circa l'evoluzione delle specie in quella che appare essere il completamento, la fase finale dell'opera darwiniana. In uno di questi viaggi, a seguito di un attentato terroristico da parte di Robo Boy, fervido seguace di credenze religiose evidentemente contrarie a ogni manifestazione empirica di tipo di scientifico della storia evolutiva, rimane imprigionato nel tempo passato, nell'era Mesozoica.
Nel frattempo vengono svelati diversi retroscena e scopriamo che, dietro le possibilità di viaggiare nel tempo, si nascondono gli Uomini Uccello, praticamente una versione alternativa della storia evolutiva che conosciamo, e soprattutto il Vecchio, una oscura figura e non meglio precisata e che potrebbe alla fine coincidere più con quella di un vero e proprio manipolatore che di un creatore. Un manipolatore che tiene le redini dei vari processi evolutivi e dove l'evoluzione, citando Griffin, "non è come una freccia, con un pesce che esce dall'acqua da una parte e un maschio bianco in abito completo dall'altra. E' un'irradiazione in tutte le direzioni, purché in una ci sia lo spazio per evolversi."
Ne consegue che, nonostante se l'ordine, l'alternarsi dei fatti e delle vicende sia stato segnato, la storia evolutiva avrebbe comunque potuto seguire strade differenti e imprevedibili, che noi esseri umani non potremmo comprendere. La storia, quella del romanzo di Swanwick, come segnato in uno di questi processi, di questi svincoli evolutivi, si conclude con un ideale ritorno di Richard Leyster al suo tempo presente e dove tutte le cose appaiono esattamente identiche al principio, quando è cominciato il racconto, come se tutte le vicende nel tempo fossero segnate da una inevitabile ciclicità.

Citazione:

[1] Alla fine Leyster si riprese. Estrasse dal refrigeratore la testa e la posò sul tavolo da lavoro, sopra una pila di ristampe del Journal of Vertebrate Paleontoloty; era lunga circa quarantacinque centimetri, alta quindici e larga altrettanto. Ci passò sopra le mani, lentamente. La carne era fredda e cedevole. Leyster sentì l'elasticità dei muscoli e la durezza delle ossa. Infilò inavvertitamente il pollice fra le labbra della creatura e toccò i denti levigati.

[2] Il becco era corneo, col bordo affilato. Quasi di sfuggita, Leyster notò che alla base del becco c'erano davvero le guance. Sollevo una palpebra. Gli occhi erano color oro. Leyster si accorse di piangere. "Così avete dimostrato che un Archaeopteryx può volar velocemente, ma non lentamente." Disse Salley. "Splendido. Mi sarebbero bastati dieci secondi d'osservazione diretta per dirti la stessa cosa. Gli uccelli, con l'eccezione dei colibrì che volano in modo diverso da tutti gli altri, hanno solo due tipi di volo: quello lento e quello velocissimo. Quello lento lascia nell'aria coppie di spirali, mentre quello veloce lascia una turbolenza continua. Il volo lento, più difficile da ottenere, è un perfezionamento del tipo primordiale e sarebbe comparso solo tra decine di milioni di anni."

[3] "L'evoluzione," spiegò Griffin, assumendo di nuovo il comando, "non è come una freccia, con un pesce che esce dall'acqua da una parte e un maschio bianco in abito completo dall'altra. E' un'irradiazione in tutte le direzioni, purché in una ci sia lo spazio per evolversi. Di solito non c'è. In un'ecosistema in buona salute, tute le nicchie sono piene. Un topo del deserto si spinge nelle distese erbose e scopre che lì ci sono già i topi dei campi. Non ha la loro efficienza nel raccogliere semi o nell'evitare gufi e volpi. Perciò o torna nel deserto o muore."

[4] "Quanto tempo ci resta?" Domandò Griffin. Il Vecchio si schiarì la voce, "Non credo che questa domanda abbia significato."

Scheda realizzata da: sotomayor