PRIGIONIERO POLITICO
Idea: 4/5 Trama: 3/5 Stile: 5/5
Titolo Originale: POLITICAL PRISONER
Autore: Charles Coleman Finlay
Anno: 2008
Genere: FS Sociologica
Edizione: DelosBooks – Odissea n.41
Commento:
L'opera è ambientata su Jerusalem, un pianeta di scarsa importanza, colonizzato nel XX secolo da un gruppo di fondamentalisti religiosi di ispirazione cristiana, ostili all'utilizzo della tecnologia. Successivamente un colpo di stato ha tolto il potere ai leader religiosi per consegnarlo ad un gruppo di burocrati e militari che ricorda molto da vicino la vecchia nomenklatura sovietica per le continue lotte intestine, le purghe, l'utilizzo esteso dello spionaggio. Gli ideali religiosi iniziali sono però rimasti intatti per quanto riguarda l'obiettivo finale, la terraformazione di Jerusalem, e il disprezzo verso gli abitanti di un pianeta vicino, gli Adariani, esseri umani che hanno manipolato il proprio dna modificando il proprio corpo (possono per esempio utilizzare luce solare per ottenere energia come dei vegetali).
Il protagonista del romanzo è Max Nikomedes, militare e spia, che si ritrova dalla parte sbagliata allo scoppio dell'ennesimo conflitto interno di potere. Catturato come prigioniero politico, si ritrova così dalla parte opposta a quella dove è abituato ad stare, costretto a subire quei metodi di violenza fisica e psicologica che conosce cosi bene, cercando di sopravvivere in uno dei campi di lavoro del pianeta che rimandano in maniera chiara ai gulag e ai lager di triste "reale" memoria. Caduto nell'inferno, Nikomedes troverà conforto e solidarietà proprio da coloro che non godono del minimo rispetto, gli Adariani, nuovi undermensh di questo futuro in cui nulla è cambiato nella natura dell'uomo.
Opera dalle tinte cupe, in cui domina una visione pessimista dell'uomo, che dimostra di non saper liberarsi dal proprio lato violento, crudele, sadico indipendentemente dal livello tecnologico raggiunto. Nonostante questo, l'autore è riuscito a imbastire un solido intreccio avventuroso, soprattutto nella prima parte del romanzo, una trama vivace dall'ottimo ritmo narrativo che permette al lettore di entrare in empatia con il protagonista e percepire il dramma che sta vivendo.
In conclusione, una lettura dai toni forti e talvolta impressionanti, con un impatto emotivo raro nell'ambito del genere fantascientifico, il tutto coniugato con un ottimo stile narrativo e una solida ambientazione: opera quindi assolutamente consigliata.
Trama (attenzione spoiler!):
Max Nikomedes è un agente del potente dipartimento dell'Educazione Politica, che in realtà agisce come infiltrato per conto del dipartimento dell'Informazione, comandato da Dmitri Drozhin, suo suocero. Dopo aver ucciso un collega dell'Educazione su una astronave, Nikomedes è tornato su Jerusalem, come prigioniero. Riesce però a convincere Mallove, il capo dell'Educazione, di essere dalla sua parte e salvarsi così la vita. Mentre Nikomedes e Mallove stanno uscendo dall'edificio del dipartimento, i soldati dell'Informazione entrano in azione, iniziando battaglie per la città. Nikomedes capisce in anticipo ciò che sta accadendo e tenta di fuggire dalla zona di lotta; lascia inoltre un messaggio per il suo referente all'Informazione presso un luogo di culto usato appositamente dal dipartimento.
Alla fine però il protagonista viene catturato e, insieme a molti altri prigionieri, viene trasportato, dopo un viaggio estenuante, presso un campo di lavoro. Questi campi ospitano prigionieri, costretti a lavorare manualmente alla terraformazione del pianeta, fin dai tempi in cui il potere era in mano ai religiosi: proprio per questo i prigionieri vengono ancora chiamati penitenti, il capo del campo ministro e le guardie diaconi. Nikomedes, per una parola di troppo rivolta al ministro, finisce nel gruppo di lavoro cui sono assegnati i compiti più gravosi, quello composto dai prigionieri Adariani.
Con la convinzione che prima o poi venga salvato dai suoi commilitoni, Nikomedes sopravvive alle terribili settimane di lavoro, finchè una notte Drozhin e i suoi soldati arrivano al campo dove Nikomedes è imprigionato. Il protagonista apprende che quel giorno la sua rapida fuga aveva rovinato i piani dell'Informazione, che voleva metterlo in salvo. Nikomedes, per vendetta, uccide il ministro; tornando verso casa ottiene che tutti gli Adariani del campo siano liberati e rimandati sul pianeta natale.