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IL TENENTE oppure L'ULTIMO VESSILLO

Idea: 3/5 Trama: 3/5 Stile: 4/5

Titolo Originale: FINAL BLACKOUT
Autore: Ron Hubbard
Anno: 1948
Genere: FS Militare
Edizione: Mondadori – Urania Collezione n.75

 

 

Commento:
Il mondo intero è stato teatro di un immane conflitto globale e bombardamenti atomici hanno distrutto metropoli di tutto il mondo. L'Europa è un cumulo di rovine: dall’Atlantico ad Arcangelo eserciti di ogni nazione si sono dati battaglia mentre re e regine, partiti e governi si succedevano alla guida dei rispettivi paesi perdendo, mano a mano, ogni contatto con le proprie truppe, decimate da terribili malattie come il “mal del soldato”. Il Tenente, un ufficiale dell’esercito britannico, è al comando di una delle ultime formazioni che cercano di sopravvivere sul continente; ciò che è rimasto degli imponenti eserciti che hanno distrutto l’Europa si dà battaglia non più in nome di una patria o di una bandiera ma, come mercenari, per impossessarsi di cibo e vestiario, anche saccheggiando comunità di civili. 
Il romanzo, la cui prima versione risale al 1939, è un classico della fantascienza bellica. Gli scenari di distruzione e di catastrofe che purtroppo la seconda guerra mondiale realizzerà, sono preconizzati e ingigantiti, portati all'estremo da Hubbard. Allo stesso tempo però, il protagonista dell’opera, il tenente, possiede qualcosa dell’antico guerriero, dedito interamente alla propria causa… lui e i suoi soldati hanno ormai dimenticato, se mai l’hanno avuta, l'esistenza condotta prima dello scoppio della guerra e guardano con sospetto chi sembra non appartenerle, i civili, siano essi poveri contadini o peggio politicanti, mentre mostrano sentimenti di cameratismo verso i propri simili con cui, in quell’unico, infinito terreno di guerra che è ormai l''Europa, condividono la medesima esistenza.
Se da un lato la distopia di Hubbard ingigantisce, nella durata temporale e nella portata spaziale, gli scenari di distruzione materiale della guerra che verrà, dall’altro non arriva a immaginare gli orrori e quelle forme di rovina morale, interiore che sappiamo poi essersi concretizzati. Gli uomini, il Tenente primo fra tutti, pur induriti dalla battaglia quotidiana, si mantengono tali per sentimenti e capacità di ragionamento e alla fine riescono ad ottenere la pace sognata e rimanere protagonisti in quella nuova società. E’ questo forse il limite dell’opera; una lettura consigliata, scorrevole, avvincente e ricca di temi e significati che forse non emergono immediatamente in superficie.

Trama (attenzione spoiler!):
Dopo trent’anni di guerra, l’Europa è un cumulo di macerie mentre gli Stati Uniti sono stati devastati da bombardamenti nucleari. In Inghilterra è ora al potere il Partito Comunista; il Tenente, un ufficiale dell’esercito inglese, è il comandante della Quarta Brigata, quasi duecento uomini di tutte le nazioni, di stazza ancora in Francia dopo che, per l’epidemia del “mal del soldato”, il governo inglese ha posto la quarantena a tutte le truppe d’oltremanica. 
Dopo una battaglia condotta e vinta contro truppe russe che ha permesso alla Quarta Brigata di impadronirsi dei loro viveri e munizioni, il Tenente riceve il Capitano Malcolm che lo informa dell’ordine del Quartier Generale inglese in Francia di ritornare alla base e fare rapporto al Generale Victor. Il Tenente intuisce che si tratta di una trappola ma decide di ubbidire comunque all’ordine premunendosi però di raccogliere la maggiore quantità di cibo possibile durante il tragitto, estorta da una comunità di contadini. 
Arrivati al Quartier Generale, il generale Victor e il suo vice, il colonnello Smythe, informano il Tenente che è loro intenzione togliergli il comando della Quarta Brigata e lo separano dalle sue truppe. Queste però vengono a conoscenza del complotto grazie ai racconti degli altri soldati e si ribellano apertamente quando il Capitano Malcolm, poi ucciso, viene ufficialmente nominato loro comandante. La Quarta Brigata libera il Tenente e si impossessa del Quartier Generale accogliendo tra le proprie fila anche molti altri soldati, attirati dall’abbondanza di scorte di viveri, munizioni e dalle buone condizioni generali di vita all’interno delle truppe comandate dal Tenente.
Il Tenente e le sue truppe attraversano la Manica e dopo una serie di battaglie combattute lungo il Tamigi si impossessano di Londra e più tardi di tutta l’Inghilterra. Il Tenente governa per anni su oltre 700mila persone, ripristinando la legge e riportando alla prosperità l’intera regione. Un giorno però viene avvistata una nave da guerra battente bandiera americana i cui emissari, sotto le false promesse di aiuti umanitari, annunciano l’intenzione di colonizzare l’Inghilterra che serve agli Stati Uniti come valvola di sfogo per la propria rinata industria. 
Il Tenente capisce l’inganno ma non può rifiutare l’accordo vista la nettissima superiorità tecnologica e militare statunitense e accetta quindi di rassegnare le proprie dimissioni e passare il comando dello stato agli esponenti suggeriti dagli Stati Uniti che sono vecchie conoscenze: il generale Victor e il suo assistente Smythe. In cambio ottiene però che siano stabiliti limiti severi alla penetrazione americana e che, soprattutto, in caso di morte di Victor e Smythe, il potere di governo passi nelle mani dei suoi ufficiali della Quarta Brigata.
Terminata la cerimonia formale di consegna e firma dei trattati, il Tenente, ormai cittadino comune senza più alcun incarico politico, uccide Victor e Smythe, prima di essere ucciso a sua volta dalle truppe americane. Il suo sacrificio permette così di salvare l’Inghilterra e di consegnare il suo governo nelle mani dei fidati ufficiali della Quarta Brigata.

Citazione:
Se l’unità rimane, qualsiasi cosa avvenga all’ufficiale, lui non è sconfitto.