Titolo Autore Genere Anno Voto
Cerca per:

 

L'ULTIMO COSMONAUTA

Idea: 3/5 Trama: 2/5 Stile: 3/5

 

Titolo Originale: TROIKA
Autore: Alastair Reynolds
Anno: 2010
Genere: Space Opera
Edizione: Delos Books – Odissea n.57

 

 

Commento:
Il romanzo breve è ambientato in un futuro abbastanza prossimo (verosimilmente la prima metà del XXI secolo) ma politicamente mutato in maniera significativa rispetto all'attualità. La Russia, infatti, è tornata nuovamente ad una forma di governo collettivista costituendo la cosidddetta Seconda Repubblica Sovietica e con essa sembra che siano stati riaperti numerosi di quei campi e istituti in terra siberiana destinati a ospitare i dissidenti. In parallelo, apprendiamo come solo questa nuova URSS stia portando avanti un programma spaziale, suggerendo, quindi, implicitamente che le altre tradizionali potenze, USA in testa, abbiano ben altri problemi di cui occuparsi.
A turbare lo status quo, è l'apparizione, improvvisa e inesplicabile, di un oggetto gigantesco e sconosciuto nel nostro sistema solare: la Matryoshka. Come il nome suggerisce, tale misterioso oggetto è costituito in realtà da diversi strati sovrapposti, frutto di una tecnologia sicuramente molto più avanzata di quella umana del XXI secolo. Il protagonista principale dell'opera è (a dire il vero l'affermazione non è totalmente corretta come il lettore apprenderà nelle ultime pagine del libro) Dimitri Ivanov, uno dei tre astronati che partecipano alla missione di esplorazione che per prima riesce a raggiungere il nucleo della Matryoshka e a scoprire parte degli incredibili segreti che esso cela. Il lettore incontra e segue Dimitri anni dopo il viaggio, in fuga dall'istituto psichiatrico dove è tenuto prigioniero, nel tentativo di raggiungere l'astronoma dissidente che per prima aveva intuito la natura della Matryoshka. Grazie al suo resoconto apprendiamo così, in flashback, i dettagli del viaggio all'interno del misterioso oggetto spaziale.
L'opera riprende alcuni topos ormai abbastanza classici, come l'apparizione improvvisa e inesplicabile di giganteschi oggetti frutto di tecnologie avanzatissime, ma in maniera abbastanza originale e creando un collegamento riuscito e interessante con un contesto sociale e politico mutato. Tale impianto di base è però in pratica soltanto accennato, lasciando moltissimi punti interrogativi e zone d'ombra che avrebbero meritato ben altro approfondimento. Dal punto di vista dell'intreccio, invece, spiccano alcune coincidenze poco convincenti (l'astronoma che abita a pochi passi dal campo di detenzione?) e a tratti un ritmo troppo lento: sembra quasi che l'autore voglia soffermarsi su dettagli di poco conto quando, come abbiamo detto in precedenza, sono ben altri i quesiti a cui il lettore vorrebbe trovare risposta. In conclusione, possiamo definire l'opera una discreta lettura ma, altresì, un'occasione sprecata.

Trama (attenzione spoiler!):
Dimitri Ivanov fugge dall'istituto da cui è recluso con l'aiuto del dottor Kizim che ha chiuso un occhio sulla fuga e a cui ha preso il cappotto, senza il quale non potrebbe sopravvivere nel gelo della Siberia. Arrivato a Gorodok, la vecchia Città delle Stelle, il centro dei progetti spaziali, Ivanov rintraccia Nesha Petrova, una vecchia astronoma, condannata dal regime per le opinioni dissidenti riguardo alla Matryoshka. La donna fu la prima, infatti, a capire la connessione tra l'artefatto alieno e la musica, a interpretare in termini musicali le vibrazioni degli strati della Matryoshka.
Dimitri Ivanov fece parte dell'equipaggio di tre persone, con Galenka Makarova e Jakov Demin, a bordo della Tereskova. La nave aveva in dotazione un robot, il Progress, col compito di esplorare e prendere campioni dai differenti gusci, gli strati che formano la Matryoshka. Per la prima volta, il Progress riuscì a penetrare tutti gli strati fino ad arrivare al corpo centrale dell'oggetto alieno, composto da un tessuto granulare, grumoso in cui il robot si trovò bloccato.
Allo scopo di recuperare gli importantissimi campioni fisici contenuti all'interno della sonda, Dimitri e Galenka uscirono nello spazio esterno per tentare di liberare il Progress. Furono però catturati dall'oggetto alieno che emise dal suo corpo centrale una sorta di liquido argenteo che li sommerse e fece perdere i sensi ai due astronauti. Essi si risvegliarono più tardi all'interno della struttura e, entrando nuovamente in contatto col liquido argenteo, Dimitri fu in grado di capire, almeno parzialmente, la natura e lo scopo dell'oggetto.
La Matryoshka è una nave inviata dal futuro da un popolo erede dell'uomo; essa ha viaggiato per milioni di anni nel passato attraverso una macchina del tempo realizzata da una misteriosa civiltà aliena per poi risalire fino all'epoca Ivanov attraverso numerosi piccoli balzi nello spazio-tempo come l'ultimo che l'ha materializzata nel bel mezzo del sistema solare. Dimitri fu in grado di captare il futuro del secondo Soviet, destinato a cadere, e la ragione del viaggio della Matryoshka: essa è stata inviata per tentare di cambiare il corso della storia dell'uomo, reo di aver abbandonato l'esplorazione spaziale con conseguenze pesantissime nel futuro.
Dimitri e Galenka trovarono poi una stanza, immersa nella musica che regola le vibrazioni dell'intera Matryoshka, al centro della quale era posto un piedistallo su cui era disteso il pilota, un membro della specie erede dell'uomo. Dopo che Dimitri gli confermò la riuscita della missione, l'essere diede un ultimo sospiro e morì, lasciando cadere dalla mano un carillon.
E' proprio questo carillon che Ivanov consegna a Nesha Petrova come prova e conferma della validità delle sue teorie. I due vengono poi raggiunti da alcuni funzionari del Soviet, inviati dall'istituto. Ivanov apprende di essere in realtà lui stesso il dottor Kizim che ha assorbito la personalità e i ricordi dell'astronauta, come successo anche ai dottori che hanno curato gli altri due membri della spedizione.