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IL VELIERO DEI GHIACCI

Idea: 3/5 Trama: 2/5 Stile: 3/5

 

Titolo Originale: THE ICE SCHOONER
Autore: Michael Moorcock
Anno: 1966
Genere: FS Avventurosa
Edizione: Antologia I Riti dell'Infinito

 

 

Commento:
Il romanzo è ambientato in un lontano futuro dopo che un conflitto nucleare ha causato una drastica diminuzione delle temperature facendo precipitare il globo terrestre in una nuova era glaciale. I discendenti di alcuni dei sopravvissuti vivono in quello che una volta era il Mato Grosso, ora ricoperto da immani strati di ghiaccio. Lì sono state fondate otto città, scavate nel ghiaccio e nella pietra, che vivono in competizione tra loro principalmente grazie alla caccia alle balene. Queste sono gli eredi dei vecchi cetacei, trasformatisi in animali terrestri e adattatisi a vivere sui ghiacciai; allo stesso modo le navi umane hanno subito un processo di trasformazione: grandi pattini permettono loro di sfrecciare sul ghiaccio sfruttando la forza del vento.
Le otto città e i loro abitanti sono ritratti come una civiltà di duri marinai: basta sostituire il ghiaccio al mare. E' una civiltà conservatrice, che teme il cambiamento che sta per incombere su tutti loro, rappresentato dalle voci che giungono da sud e che parlano di temperature in aumento, in grado di sciogliere il ghiaccio e rivelando misteriose cose verdi e colorate (un prato fiorito!). La religione si basa sul culto della Madre Ghiaccio e vede nel freddo, nel gelo lo stato naturale a cui tutto è destinato; l'uomo non fa eccezione e trova il gelo eterno nella morte. Ciò che rimane della civiltà, plastica o nylon ad esempio, è divenuto prezioso; anche le navi sono oggetto di estremo riguardo visto che nessuno possiede tutti i materiali e le conoscenze necessari per costruirne di nuove.
Il personaggio principale dell'opera è Konrad Arflane, capitano di una nave che però è stata venduta. Rimasto quindi senza incarico, mentre vaga senza un reale obiettivo, trova per caso un anziano uomo in fin di vita. Egli, seppur in contraddizione col duro e spietato codice di vita tradizionale, lo soccorre e lo porta nella città più vicina: la ricca Friesgalt. Qui Konrad scopre che l'uomo è il nobile Rorsefne che, dopo essersi in parte ripreso, spiega a Konrad di essere stato l'unico sopravvissuto di una spedizione partita alla ricerca della leggendaria New York, considerata il luogo di dimora della Madre Ghiaccio nello sperduto nord. Lord Rorsefne muore e lascia a testamento la volontà di affidare a Konrad la nuova missione verso New York; con lui si imbarcheranno la figlia, Ulrica, con suo marito, il nobile Ulsenn.
Fa parte dell'equipaggio di Konrad anche il celeberrimo Urquart, il più grande cacciatore di balene. Il suo personaggio, di una forza rude, primitiva è affascinante e rappresenta la devozione ai valori della tradizione; valori che Konrad pensava anch'egli di incarnare. La condotta morale di una vita viene però corrotta dalla visita a Friesgalt, con i suoi costumi ricchi e indulgenti, e soprattutto dall'amore passionale verso Ulrica cui Konrad non è in grado di resistere. Il microcosmo del personaggio principale replica quindi le dinamiche di sconvolgimento e cambiamento del macrocosmo, del pianeta che lo circonda e che saranno spiegati al termine dell'avventura, quando finalmente New York viene raggiunta. Konrad si dimostra, tuttavia, non pronto al cambiamento e proseguirà ancora più a nord, verso la ricerca di quella Madre Ghiaccio che rappresenta le proprie radici perdute.
L'opera appartiene al filone avventuroso, una sorta di planet story sui generis, con un'ambientazione sicuramente originale seppur non molto approfondita: ci sarebbe piaciuto sapere di più ad esempio sulla vita quotidiana e la storia delle otto città. L'intreccio è buono se non fosse per la storia d'amore tra Konrad e Ulrica, superficiale e paradossale a tratti nel suo dipanarsi. Konrad, il protagonista, è ben ritratto; apprezzabile soprattutto come non ricada nel classico archetipo eroico che spesso si trova in questo genere di romanzi; è un uomo preda del dubbio e, come già anticipato, più vittima che arteficie del cambiamento che lo circonda. Complessivamente, l'opera è una lettura più che discreta, che consigliamo in particolare a chi non disprezza la fantascienza avventurosa.