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LA VIA DELLE STELLE

Idea: 3/5 Trama: 2/5 Stile: 3/5

 

Titolo Originale: UP THE WALLS OF THE WORLD
Autore: Alice Bradley Sheldon con lo pseudonimo James Tiptree jr.
Anno: 1978
Genere: Xeno SF
Edizione: Mondadori – Urania Collezione n.146

 

 

Commento:
I protagonisti principali del romanzo sono i Tyreeni, unica razza senziente che popola il pianeta Tyree. Ritratti come grosse mante, i Tyreeni vivono nell'atmosfera di Tyre cavalcando i suoi grandi venti. Gli adulti possiedono potenti campi energetici coi quali sono in grado di interagire con la materia circostante e gli altri loro simili; soltanto i bambini, in cui il campo energetico non è ancora formato, manipolano la materia direttamente col proprio corpo.
La società dei Tyreeni possiede un'impronta patriarcale ma questo orientamento deriva principalmente da un attributo, la "paternità" che corrisponde in realtà alla nostra idea di "maternità": su Tyree, infatti, sono i maschi, i padri, che si occupano della crescita dei piccoli mentre le femmine sono dedite all'avventura o a compiti di maggior spensieratezza. Il contatto tra i due sessi avviene tramite l'interazione dei rispettivi campi energetici; grazie a questi è anche possibile condividere memorie ed esperienze.
Alcuni padri di Tyree sono Ascoltatori: in possesso di una formidabile forza mentale essi riescono a instaurare una comunicazione telepatica con esseri viventi di altri pianeti e comandare a distanza i loro corpi. La possibilità di scacciare il legittimo proprietario dal corpo fisico è nota come Crimine della Vita, un'aberrazione sia praticata da una specie di stato regredito dei Tyreeni, i Selvaggi, che vivono nelle zone più elevate dell'atmosfera di Tyree.
Una minaccia incombe pero' su Tyree, già scoperta dagli Ascoltatori: è una oscura presenza, che sta spargendo la morte su diversi mondi, il Distruttore. La sua origine ignota, i suoi motivi imprescrutabili ne fanno l'elemento più misterioso dell'intero romanzo e chiave di volta ultima dell'intreccio.
I Tyreeni sono destinati a morte certa se rimangono sul loro pianeta. Alcuni di loro sono disposti a tutto, anche a macchiarsi del Crimine della Vita, pur di fuggire, e salvare sè stessi ma soprattutto i loro figli, nel tentativo di abbandonare quei corpi destinati ad un triste e doloroso destino. E qui il destino dei Tyreeni si lega con quello di uno sparuto gruppo di terrestri che stanno conducendo un esperimento di trasmissione del pensiero, con esiti imprevedibili e paradossali.
La parte meglio impostata e più riuscita del romanzo è sicuramente quella ambientata su Tyree. Affascinante il ritratto fornito della civiltà Tyreena con tratti originali e descritti in uno stile scorrevole e intrigante. Desta invece qualche perplessità l'artificiale, vestigia di una polemica sociale ormai piuttosto obsoleta, contrapposizione maschio/femmina, soprattutto quando questa è proposta come uno dei primi temi di dialogo tra i Tyreeni e i terrestri. La parte del romanzo che riguarda più in senso stretto il tema del "contatto" appare come uno degli anelli deboli dell'intreccio: poco plausibile, infatti, la facilità di comunicazione tra terrestri e Tyreeni e il veloce adattamento degli umani nel corpo degli alieni in seguito al trasferimento telepatico.
Abbandonati gli scenari ambientati su Tyree e la Terra, l'ultima parte del romanzo è incentrata all'interno del Distruttore dove hanno trovato rifugio le coscienze vitali di diversi Tyreeni e umani. L'autrice si lascia andare a lunghi passi privi di dialogo, dove viene descritta questa ambientazione ai confini dell'umana e raziocinante percezione, e dove la vita è ridotta ad una sorta di condizione "atomica", che richiama alla mente la monade Leibniziana.
Pur affascinante nei temi evocati, l'autrice non riesce a rendere con chiarezza i temi trattati e il lettore è abbandonato a sè stesso in uno scenario confusionario, sia dal punto di vista dei contorni spazio-temporali che dei rapporti causa-effetto. I lunghi passaggi puramente speculativi annacquano anche l'improvviso cambio di prospettiva col quale si rovescia il ruolo scenico del Distruttore, che, se reso in maniera migliore, avrebbe potuto essere l'ngrediente perfetto per il finale.
In conclusione, l'opera, pur se con qualche difetto sia a livello di impostazione che di intreccio, ci sembra una buona lettura che consigliamo soprattutto agli amanti di ambientazioni e civiltà aliene.

Citazione:

[1] FREDDA, FREDDA E SOLA, LA MALVAGIA PRESENZA VAGA PER LE CORRENTI STELLARI. E' IMMENSA, NERA E QUASI IMMATERIALE: I SUOI POTERI SUPERANO QUELLI DI QUALSIASI ALTRA COSA SENZIENTE. ED E' TORMENTATA DAL DOLORE.
QUESTO DOLORE, PRESUME, SORGE DAL SUO CRIMINE.
IL SUO CRIMINE NON E' IL DELITTO: DIFATTI UCCIDE SENZA PENSARE, IL PECCATO DI CUI SI VERGOGNA E CHE LO FA DOLORARE IN OGNI SPIRA DEL SUO ENORME ESSERE E' IL NON AVER ADEMPIUTO AL COMPITO DELLA SUA RAZZA.
LUI SOLO, FRA TUTTI QUELLI DELLA SUA RAZZA, HA CONCEPITO L'ATTO CRIMINOSO DI STRAPPARE OGNI LEGAME, DI ALLONTANARSI ALLA RICERCA DI DESIDERI SENZA NOME. IL SUO VERO NOME RISUONA SULLE BANDE DEL TEMPO, MA PER LUI E' IL MALVAGIO.
DALLE ROVINE ATTORNO AI FUOCHI CENTRALI DI QUESTO SCIAME STELLARE SENTE LE VOCI DELLA SUA RAZZA RIVERBERARE FRA I PICCOLI SOLI RICHIAMANDO CIASCUNO ALLE CONFIGURAZIONE DEL POTERE. DIFENDERE, DIFENDERE-DISTRUGGERE, DISTRUGGERE!
LUI SOLO NON SA, NON PUO' OBBEDIRE.
SOLITARIA ED ENORME, VELEGGIA LUNGO LE BRACCIA POLVEROSE, ENTITA' MALEFICA POCO PIU' DENSA DI UN VUOTO SULLE CORRENTI DELLO SPAZIO: VASTA, NERA, POTENTE E LETALE.

[2] SOLO MA NON SOLITARIO VAGA NELLE SCURE IMMENSITA', NEONATO E UNICO NEL SUO GENERE: PARZIALMENTE CASUALITA' ANIMATA, PARZIALMENTE PRIVA DI QUALSIASI PASSIONE, I CUI ENORMI POTERI SONO SUPERIORI A QUELLI DELLO STESSO TEMPO, PER QUANTO NE SA, E' IMMORTALE E NON SOGGETTO A NESSUNA VOLONTA' CHE NON SIA LA SUA. E' ANIMATO DI DISCRETI IMPULSI DI CURIOSITA', PIETA', IRRITAZIONE O MERAVIGLIA, ORA SUPERFICIALE ORA SUBLIME: IMPULSI CHE MAN MANO DIVENTANO SEMPRE PIU' PARTICOLARI E SEMPRE PIU' UNA MESCOLANZA DI ASSURDE, FINITE, MINUSCOLE ESISTENZE CHE FINOSCONO COL FONDERSI PER SEMPRE. E' UN PROTO-PRONOME, CIO' CHE ERA ESSO DIVENTA LEI E POI SI TRASFORMA IN LORO, UN NOI CHE SI EVOLVE IN IO CHE A SUA VOLTA SI STA INGLOBANDO NEL MISTERO.
CONFUSO, GIOIOSO, DOLORANTE, CURIOSO, A VOLTE BENEVOLO, NON COMPLETAMENTE RAZIOCINANTE, SI PROTENDE VERSO IL SUO DESTINO FRA COMUNI ABITANTI DELLO SPAZIO E DEL TEMPO: UNA DEITA' FALLIBILE NATA PER CASO, I CUI POTERI POTRANNO UN GIORNO FOCALIZZARSI SENZA AMMONIMENTO SULLE MINUSCOLE VITE DI QUALSIASI TERRA NASCENTE.